RICORRENZE 2014

Nel corso del 2014 conosceremo:
DOREEN VALIENTE  DOMINY EDITH - GIULIO CESARE ANDREA EVOLA - GERALD BROSSEAU GARDNER - MARIJA GIMBUTAS
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 MARIJA GIMBUTAS
Vilnius 23 gennaio 1921 – Los Angeles 2 febbraio 1994.
Nel 2014 ricorrono i 20 anni dalla sua morte.

Fu archeologa e linguista.

Marija Gimbutas giunse negli Stati Uniti come rifugiata dalla Lituania nel 1949 dopo aver conseguito un dottorato (PhD) in archeologia nel 1946 all'Università di Tubinga in Germania, ma mai dimenticò le radici baltiche. Iniziò all'Harvard University traducendo testi di archeologia dell'Europa orientale, e divenne assistente al Dipartimento di Antropologia.
Nel 1956 Marija Gimbutas introdusse la sua "ipotesi kurgan", che coniugava lo studio della cultura kurgan con la linguistica al fine di risolvere alcuni problemi concernenti gli antichi popoli parlanti il proto-indo-europeo. Questa ipotesi e il suo atteggiamento multidisciplinare ebbero un impatto significativo sull'indoeuropeistica.
In qualità di professore di archeologia alla UCLA University dal 1963 al 1989, Marija Gimbutas diresse i maggiori scavi dei siti del neolitico nell'Europa sud-orientale tra il 1967 e il 1980, grazie ai quali furono portati alla luce una gran quantità di manufatti artistici e di uso quotidiano risalenti ad un periodo precedente a quello che si riteneva a quel tempo l'inizio del neolitico in Europa.

Gimbutas nasce a Vilnius (Lituania) il 23 gennaio 1921 – muore a Los Angeles (Stati Uniti) il 2 febbraio 1994.
Studiò le culture del neolitico e dell'età del bronzo della Europa Antica, un'espressione da lei introdotta. I lavori pubblicati tra il 1946 e il 1971 introdussero nuovi punti di vista nell'ambito della linguistica e dell'interpretazione della mitologia.

OPERE
Gimbutas si guadagnò una reputazione di specialista mondiale dell'età del bronzo indoeuropea, nonché del folklore lituano e della preistoria dei balti e slavi, parzialmente riassunta nel definitivo Bronze Age Cultures of Central and Eastern Europe (1965), ma ottenne una fama inaspettata con i suoi tre libri: The Goddesses and Gods of Old Europe (1974), The Language of the Goddess (1989) — che ispirò una mostra a Wiesbaden (1993-1994) — ed il suo ultimo libro The Civilization of the Goddess (1991), che presentava una panoramica delle sue teorie circa le culture del neolitico in Europa: configurazioni architettoniche, strutture sociali, arte, religione e letteratura.

Nel suo lavoro Marija Gimbutas reinterpretò la preistoria europea alla luce delle sue conoscenze in Linguistica, etnologia e storia delle religioni, proponendo così un quadro in contrasto con le tradizionali assunzioni circa l'inizio della civiltà europea.

APPREZZAMENTI
Joseph Campbell e Ashley Montagu ritennero paragonabile il contributo di Marija Gimbutas alla Stele di Rosetta e la decifrazione dei geroglifici egizi.

Joan Marler scrisse:
« Sebbene l'interpretazione dell'ideologia delle società preistoriche sia considerata inopportuna nella ricerca archeologica, per Maria era ovvio che ciascun aspetto della cultura della Vecchia Europa espresse un sofisticato simbolismo religioso. Pertanto si dedicò allo studio esaustivo dell'iconografia e del simbolismo del Neolitico al fine di scoprirne i significati sociali e mitologici.
Per realizzare ciò fu necessario allargare gli orizzonti dell'archeologia descrittiva al fine di includere linguistica, mitologia, comparazione delle religioni e lo studio storiografico. Lei definì questo approccio interdisciplinare, archeomitologia. »

L'ipotesi kurgan è quella che riceve maggiori consensi circa la diffusione delle lingue indoeuropee.

CRITICHE
I critici sostengono che gli oggetti ritrovati nelle sepolture, di cui Marija Gimbutas non tiene conto, suggeriscano in realtà che nel Neolitico vi fossero ruoli sociali più usuali per i sessi; contestano l'enfasi data alla figura femminile quando in realtà sono presenti anche molte figure maschili o asessuate.

Peter Ucko UCL Institute of Archaeology giunge ad ipotizzare che quelle figure femminili che Maria Gimbutas presumeva fossero simbolo della fertilità, fossero in realtà vere e proprie bambole del Neolitico.

I suoi tentativi di decifrare i segni Neolitici come ideogrammi, in The Language of the Goddess (1989), ricevettero una dura opposizione.

INFLUENZA SUL MOVIMENTO NEOPAGANO
Alcuni autori del movimento neopagano hanno fatto propria ed estesa la teoria di Gimbutas, benché le sue conclusioni fossero ritenute di tipo speculativo, da molti colleghi.

La Gimbutas vedeva le varie e complesse rappresentazioni femminili del Paleolitico e del Neolitico che aveva rinvenuto, come espressioni di una unica Grande Divinità universale e allo stesso tempo come manifestazioni di una varietà di divinità femminili: la dea dei serpenti, la dea delle api, la dea degli uccelli, la dea delle montagne, la Signora degli animali, ecc., non necessariamente diffuse ovunque in Europa


Più in generale si può affermare che il suo libro "Il linguaggio della Dea" o "The language of the Goddess", sia utilizzato come una fonte di ispirazione culturale per affrontare la crisi di civilizzazione della attuale post-modernità. Inteso come ricostruzione antropologica dei segni rilevati archeologicamente, arbitraria come qualunque altra rappresentazione moderna di una cultura passata, è comunque una utile ipotesi di lavoro rivolta contemporaneamente al passato ed al futuro.


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 GERALD BROSSEAU GARDNER
Great Crosby 13 giugno 1884 - Mar Mediterraneo 12 febbraio 1964.
Nel 2014 ricorrono  50 anni dalla sua morte.

Fu esoterista, appassionato di antropologia, fondatore della religione neopagana della Wicca.

Gardner si è occupato di occultismo ed in modo amatoriale ma molto serio di archeologia ed antropologia, ricevendo attestati di stima da accademici, dopo la pubblicazione di libri e articoli in questo campo; come scrittore ha inoltre pubblicato i testi chiave per fare conoscere la moderna Wicca. In particolare a lui si rifà la Tradizione Gardneriana della Wicca.
Gerald Brosseau Gardner nasce a Great Crosby (Inghilterra) il 13 giugno 1884 – muore nel porto di Tunisi (Tunisia) il 12 febbraio 1964. È stato un religioso britannico. È stato il fondatore della religione Wicca. È stato anche scrittore, poeta, divulgatore, membro della Società del Folklore britannica.

PRIMI ANNI: 1884-1909
Gerald Gardner nacque da una famiglia più che benestante e di origini antiche (la seconda più antica famiglia di Liverpool secondo ricerche dell'epoca), coinvolta soprattutto nel commercio del legname pregiato ed esotico (la società di famiglia era la Joseph Gardner & Sons, la più antica e importante società di import di legname del Lancashire); la famiglia aveva al proprio servizio una eccentrica bambinaia di origine scotto-irlandese di nome Georgina "Com" McCombie detta a volte anche "Jo".

Il piccolo Gerald soffriva d'asma e perciò mal sopportava il clima dell'inverno inglese, di conseguenza la bambinaia si offrì di accudirlo e di portarlo con sé a trascorrere l'inverno in un clima più adatto alla sua salute. Perciò ogni inverno (spesso anche per metà dell'anno), assieme alla sua fedele ed autoritaria "Com" e fino all'età di circa sedici anni, Gardner soggiornò all'estero; nei primi anni soprattutto nel sud della Francia, in Costa Azzurra, poi per ben nove anni soprattutto sull'isola di Madera, compiendo nel frattempo da lì anche alcuni viaggi sulla costa dell'Africa, fino alle Canarie, ad Accra e a Città del Capo.

Per questo motivo non ricevette un’educazione formale frequentando regolarmente una scuola, ma anzi imparò da solo a leggere e a scrivere, mantenendo perciò una caratteristica difficoltà nello spelling esatto delle parole scritte.
Al seguito della sua "Com", che si sposò con un piantatore di tè a Ceylon, il ragazzo si sistemò anche lui nell'isola dell'Oceano Indiano, dove restò fino alla fine dell'adolescenza, imparando a sua volta il mestiere del piantatore. Rispetto agli altri coloni britannici, che trattavano le popolazioni locali con distaccata superiorità, se non disprezzo in certi casi, Gardner si distinse per la sua voglia di conoscere la cultura locale e di mischiarsi amichevolmente con i nativi, apprezzandone gli usi e costumi e mostrando i primi segni di godere della vita all'aria aperta e del naturismo.

Gerald Gardner incominciò subito a mostrare un'acuta intelligenza ed una quasi implacabile curiosità verso il mondo intorno a sé, sviluppando un grande interesse per lo spiritismo.
Ma Gardner non era interessato unicamente all'occultismo ed allo spiritismo, ma era anche fortemente attratto dalle credenze, dalle usanze, dalle armi e strumenti, di moltissimi antichi culti praticati nel mondo, che studiò approfonditamente e che lo portò a collezionare una variegata quantità di oggetti, poi raccolti e mostrati nelle sue abitazioni e soprattutto nel suo museo della stregoneria sull'Isola di Man.

GLI ANNI NEL SUD-EST ASIATICO: 1909-1916
Verso il 1905 Gardner venne visitato a Ceylon da alcuni membri della sua famiglia, tra cui suo padre, che decise di comprare una piantagione di caucciù, che lasciò in amministrazione al figlio.
Nel 1907 Gerald fece un viaggio di ritorno di nove mesi in patria, durante il quale ebbe modo di approfondire la conoscenza con alcuni suoi parenti della famiglia Sergeneson, che mostravano interessi non dissimili dai suoi, in particolare la cugina Gertrude, che pensò anche di sposare e che rimase fino alla sua morte una delle sue migliori amiche.
Di ritorno a Ceylon, Gardner aderì alla Libera Massoneria, in una loggia della capitale Colombo, nella quale assunse i tre principali gradi entro il 1911. Ma in fretta presto si distaccò da essa, perdendo interesse verso tutta la formalità di quei riti.
Sempre nel 1911 il padre di Gardner decise di vendere la piantagione e perciò Gerald accettò di trasferirsi nel Borneo settentrionale (moderno Sabah) per lavorare in un'altra piantagione di caucciù. Durante il viaggio passò da Singapore, che ebbe poi modo di visitare moltissime volte nel corso della sua vita nel sud-est asiatico.
Nel Borneo Gerald conobbe per la prima volta la popolazione dei Dayak, in particolare quelli delle tribù Dusuns e Saki, famosi cacciatori di teste. Di nuovo, contrariamente agli altri europei che trattavano queste genti come selvagge e primitive, Gardner, per nulla intimorito dalla vita nella giungla, cominciò a frequentarle e a studiarle, in particolare i loro metodi di caccia e di guerra.
Tra l'altro venne invitato ad assistere al rito del "séance" che presentava interessanti metodi di trance in cui una fanciulla si metteva in contatto con uno spirito.
Durante questo periodo passato nel Borneo Gardner rimase infine vittima della malaria, perciò giudicando il clima non adatto alla sua salute e anche per i dissidi che aveva frequentemente con l'altro amministratore della piantagione, si trasferì in Malesia, facendo tappa durante il viaggio, nel Brunei e a Sarawak.
Nella penisola Malese trovò impiego di nuovo come amministratore in una piantagione di caucciù e ne acquistò anche una sua piccola personale, ancora in buona parte ricoperta dalla foresta, ma che aveva buone potenzialità di essere sviluppata.

I RITORNI IN PATRIA: 1916-1936
Dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Gardner nel 1916 tornò in patria, ma furono vani i suoi tentativi di venire reclutato come volontario per la guerra, perché venne sempre scartato a causa della sua salute cagionevole. Riuscì perlomeno a prestare il proprio aiuto come volontario negli ospedali, per curare i feriti di guerra, finché non si ammalò lui stesso e fu costretto a ripartire per l'oriente.
La crisi seguita alla prima guerra mondiale causò una caduta dei prezzi delle materie prime, compresa la gomma e Gardner venne perciò licenziato. Nel 1921 fece un altro breve ritorno in patria, alla ricerca di aiuti finanziari da parte di suo padre, ma non ottenne ciò che aveva sperato. Rientrato in Malesia, sempre nello stesso anno trovò lavoro al servizio dello stato, ai lavori pubblici, finché nel 1923 divenne funzionario doganale, sempre in Malesia.
Dapprima lavorò come agente che prestava il proprio servizio per contrastare il contrabbando della gomma verso le Indie Olandesi. Poi come agente incaricato di mantenere il controllo del monopolio statale sul commercio dell'oppio.
In questa veste alcuni affermarono che Gardner si arricchì, ricevendo tangenti da parte dei contrabbandieri. Nessuna accusa formale gli venne però mai mossa e tra l'altro, su nove funzionari che ricoprivano il suo incarico, solo lui ed un altro non furono rimossi, proprio perché ritenuti gli unici a non avere intascato mazzette.

Nel 1927 durante un viaggio in patria, entrò in contatto con gli ambienti degli spiritisti di Londra e conobbe colei che sarebbe diventata sua moglie; infatti ritardando per lei il rientro in Malesia, nel giro di pochi mesi sposò Dorothea Frances Rosedale, detta "Donna", figlia di un ecclesiastico anglicano; sposatosi all'età di 41 anni, Gardner rimase legato a Donna per i successivi 33 anni, fino alla morte di lei, avvenuta nel 1960, anni nei quali Donna apparentemente non prese mai parte alle attività o agli affari del marito.

In oriente Gardner ebbe modo di alimentare i suoi interessi per l’archeologia, l'antropologia e l’etnologia: nel 1927 fece ricerche archeologiche in Malesia, scoprendo per primo i resti di una antica civiltà locale, presso il fiume Johore. Le sue scoperte non furono inizialmente prese molto in considerazione dagli accademici, perciò decise di compiere una serie di scavi per conto suo, riportando alla luce monete, gioielli ed i resti di una nave; solo successivamente il suo lavoro venne lodato e ne venne riconosciuta l'importanza, tanto che venne invitato a partecipare alle conferenze archeologiche tenute nell'area del sud-est asiatico negli anni venti e trenta ed i suoi articoli pubblicati su alcune riviste.
Nei suoi molteplici viaggi tra le popolazioni indigene con cui entrò in contatto, ebbe modo di sperimentare in prima persona le loro credenze, le loro usanze, il loro vivere i rituali e la magia in modo completamente naturale; anche la conoscenza delle armi rituali malesi è stata per lui fondamentale e fece di lui uno degli esperti mondiali più accreditati del suo tempo.
La sua collezione di Keris venne considerata una delle più complete in assoluto e superava i 400 esemplari (il Keris è un’arma rituale dalla lama asimmetrica tipica del sud-est asiatico), essa venne in buona parte acquistata dal museo di Singapore, poco dopo il rientro definitivo di Gardner in Europa.

Il suo interesse per l’archeologia e le sue intense ricerche lo portarono anche ad essere invitato a partecipare ad alcune campagne di scavo in Palestina ed in Gran Bretagna, da parte di alcuni rinomati archeologi, nel corso dei suoi viaggi compiuti nel 1927 e 1932.

I suoi scavi ed i suoi studi antropologici erano rimasti però di tipo amatoriale, infatti Gardner non aveva mai seguito una scuola formale e nonostante il plauso ed i riconoscimenti ottenuti da parte degli accademici, soffrì sempre di un senso di inferiorità, finché non riuscì ad ottenere il titolo di Dottore in Filosofia presso un’università dello stato del Nevada, negli Stati Uniti.

GLI ULTIMI ANNI: 1936-1964
Nel 1936, andato in pensione all'età di 52 anni, si ritirò definitivamente in patria con la moglie, mantenendo però l'abitudine di andare a svernare nel Mediterraneo durante i mesi freddi, in particolar modo a Cipro, dove aveva acquisito delle terre.
Dal suo ritorno in Inghilterra si diede a studiare approfonditamente la stregoneria, l'esoterismo e l'occultismo, difatti la sua passione irrefrenabile non solo per l'antropologia, ma anche per il mondo dell'occulto, segnò il resto della sua vita.
Già membro della Massoneria, Gardner aveva aderito ad un ordine druidico ed era in contatto tramite la Massoneria britannica, con quasi tutti gli ambienti esoterici, teosofici ed occultistici dell'Inghilterra.

Nel 1938 si trasferì nella regione della New Forest nel sud dell'Inghilterra e successivamente, all'apertura del Teatro Rosacruciano c(realizzazione del Rosicrucian Order Crotona Fellowship, una società occulta fondata da George Sullivan) onobbe Mabel Emily Besant Scott, figlia di Annie Besant, una delle massime esponenti del movimento teosofico, inoltre in questo ambiente conobbe anche Edith Woodford-Grimes (identificata come la famosa Dafo), colei che mise in contatto Gardner con Susie Mary Mason e il fratello Ernest William Mason, che con tutta probabilità facevano parte della originaria congrega del New Forest, insieme a Dorothy St. Quintin Clutterbuck (la “Vecchia Dorothy”).

Gardner fu iniziato nel settembre del 1939 pochi giorni dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
In relazione all’evento Gardner menziona il bacio rituale, la creazione del cerchio e l'atmosfera solenne in cui si svolgeva il tutto.

Aderì anche alla società britannica del Folklore, presso la quale venne invitato a tenere alcune conferenze, su quello che nel frattempo era diventato il suo principale motivo di studio, ovvero la stregoneria.
A tal proposito Gardner contribuì personalmente a fondare con Cecil Williamson il celebre museo della stregoneria, della magia, del folklore e della superstizione sull'Isola di Man; in seguito Gardner divenne unico proprietario del museo stesso fino all'anno della sua morte.

In seguito al ritiro della Vecchia Dorothy e di altri esponenti della coven precedente, Garnder fondò quella che doveva essere la sua prima ed originale congrega, in seguito denominata "Bricket Wood coven", perché si riuniva nel celebre cottage di Bricket Wood.

Nel 1964, dopo aver già sofferto di diversi malanni nel corso degli ultimi anni, Gardner morì nel porto di Tunisi, su una nave di ritorno dal Libano, nel quale aveva trascorso il suo abituale viaggio invernale.
Fu inizialmente sepolto in un cimitero nei pressi di Tunisi finché dopo alcuni anni Eleanor Rae Bone, che era stata una delle sue Alte Sacerdotesse, si occupò di risistemare i suoi resti in un altro cimitero della città, visto che il precedente luogo di sepoltura doveva essere smantellato per far posto ad un parco. Negli anni Ottanta Patricia Crowther, che fu un'altra delle sue Grandi Sacerdotesse si occupò di fargli erigere un monumento funebre.

WICCA
Gardner venne iniziato nel settembre del 1939 nella New Forest Coven, appartenente ad una corrente di stregoneria religiosa che riteneva essere una continuazione del paganesimo europeo. Doreen Valiente, una delle sacerdotesse di Gardner, in un libro pubblicato da Janet e Stewart Farrar identificò la donna che aveva concesso l'abitazione per questa iniziazione con Dorothy Clutterbuck, riferendo che ricordava Gardner le avesse parlato di una donna che chiamava Old Dorothy ("vecchia Dorothy").
Lo studioso Ronald Hutton, invece, sostiene nel suo Triumph of the Moon che la tradizione a cui aderì Gardner venisse piuttosto da membri del Rosicrucian Order Crotona Fellowship, e in particolare dalla donna conosciuta col "nome magico" Dafo identifica con Edith Woodford-Grimes.

Gardner affermò che la religione da lui resa pubblica fosse una sopravvivenza delle religioni pagane e, risalendo a tempi ancor più antecedenti, al culto della Dea Madre diffuso nell'Europa preistorica; sostenne inoltre che gli fosse stata insegnata dalla somma sacerdotessa della coven di New Forest, una donna che utilizzava lo pseudonimo di Vecchia Dorothy.
Una delle prime sacerdotesse di Gardner, Doreen Valiente, nelle sue ricerche documentarie, identifica la donna con Dorothy Clutterbuck Fordham, un'ex colona britannica, dama della buona società, rientrata dall'India in quel periodo storico, effettivamente conosciuta da Gardner ed abitante nella zona interessata; la Valiente afferma inoltre che essa possa essere forse identificata con Dafo, quella che Gardner definiva la prima sacerdotessa della sua coven.

Mentre Valiente opta per questa identificazione, altri studiosi come Philip Heselton teorizzano che Dafo e la Clutterbuck fossero due persone differenti.
Mentre è certo che Dorothy Clutterbuck esistette realmente, Ronald Hutton concluse come non ci fosse alcuna prova testimoniante il fatto che la donna fosse stata coinvolta nella formazione della Wicca, che anzi fosse improbabile che la Clutterbuck potesse essere la persona in questione e che molto probabilmente Gardner usò la figura della Vecchia Dorothy in modo piuttosto ironico, per tutelare la privacy di qualcuno che voleva restare anonimo. Parere discordante è quello di Heselton che, citando evidenze più recenti, sostiene che invece probabilmente la Clutterbuck ebbe in qualche modo a che fare con la religione wiccan.

Altri studiosi come Aidan Kelly e Francis King, sostengono che Gardner fu l'inventore di queste figure, e che egli stesso scrisse la dottrina e la liturgia della Wicca sincretizzando elementi tratti anzitutto dai suoi studi esoterici (egli fu effettivamente uno dei maggiori esoteristi del suo tempo, fu realmente iniziato ad alcuni ordini e nel suo gruppo erano presenti diversi rosacruciani, massoni e membri della Golden Dawn), poi elementi possono essere individuati dalle sue esperienze presso le culture primitive dell'Indonesia e Malesia, ed inoltre da diverse tradizioni religiose con le quali entrò più volte in contatto, come l'induismo ed il taoismo. Infine nella religione wiccan sono individuabili influenze riconducibili alle tesi antropologiche di Margaret Murray e all'opera intitolata Aradia, o il Vangelo delle Streghe di Charles Godfrey Leland.

La storia della vita di Gerald Gardner può aiutare a comprendere meglio alcuni concetti presenti nella Wicca. Innanzitutto è risaputo che l'uomo visse per quasi tutta l'infanzia e l'adolescenza in Asia, precisamente nel Sudest Asiatico, in Borneo e in Malesia. Grazie a queste esperienze scrisse alcuni trattati antropologici su quelle popolazioni, apprezzati in ambiente accademico e che gli valsero la laurea honoris causa presso l'università di Singapore. Nel 1936 dopo essere andato in pensione, tornò in patria, e poi si ritirò nella zona della New Forest, nell'Inghilterra del Sud. Già in Oriente Gardner si era interessato alle tradizioni magiche locali ed aveva aderito anche alla Società Teosofica. Al ritorno in Inghilterra venne perciò naturalmente accolto con favore dagli ambienti teosofici ed entrò a far parte di una "Fraternità Rosacruciana" della New Forest i cui membri erano quasi tutti teosofi. Solo dopo alcuni anni dopo essere rientrato in madrepatria avrebbe incontrato la Vecchia Dorothy e avrebbe vissuto l'esperienza dell'iniziazione al culto misterico verso il 1939.

In quel periodo la legislatura inglese proibiva forme di religiosità stregonica, che furono rese legali solo nel 1954, quando Gardner iniziò a pubblicizzare la Wicca. Gardner pubblicò proprio quell'anno Witchcraft Today e nel 1960 The Meaning of Witchcraft.
Mentre il formato rituale manifesta grosse influenze derivate dall'occultismo vittoriano (e la stessa Doreen Valiente ammette di notare forti legami con la Thelema e le altre filosofie di Aleister Crowley), il comparto spirituale e iconografico della Wicca è largamente ispirato alle religioni pagane, ma presenta anche non minimizzabili influenze buddhiste, induiste e in particolare taoiste, probabilmente derivate dall'influenza che l'Oriente ebbe sulla vita di Gardner.

Per quel che concerne la liturgia wiccan è facilmente constatabile come i riti e i concetti di Gerald Gardner siano ripresi dalle dottrine di altri occultisti, e non furono di fatto innovativi per l'ambiente del periodo. Roger Dearnaley, in An Annotated Chronology and Bibliography of the Early Gardnerian Craft, descrive la liturgia wiccan come un patchwork. Heselton, in Wiccan Roots e nel successivo Gerald Gardner and the Cauldron of Inspiration, afferma che Gerald Gardner non fu l'autore dei rituali, ma che addirittura ne avrebbe commissionato la realizzazione ad una figura ignota.
Per questo motivo alcuni studiosi hanno ipotizzato che il vero "iniziatore" di Gardner possa essere stato Aleister Crowley (1875-1947), accusato addirittura di avere scritto a pagamento, per Gardner, i primi rituali della Wicca. Dai diari di Crowley si ricava però che Gardner lo andò a trovare solo tre volte, e per poche ore, nel 1947, l'anno stesso della morte di Crowley; inoltre il vecchio mago era provato nel fisico e malato, e non avrebbe potuto aiutate Gardner a creare un rituale (che del resto, in forma embrionale, quest'ultimo aveva già elaborato prima del 1947), anche se lo aiutò fornendogli alcuni libri difficili da trovare.

Doreen Valiente (come anche Margot Adler nel suo Drawing Down the Moon) afferma che Gardner probabilmente si ispirò ad altro per lo scheletro del rituale, aggiungendo dettagli estrapolati dalla sua esperienza.
Ancora Heselton constata come tutte le influenze riconducibili a Crowley siano individuabili già nel libro intitolato Blue Equinox. D'altronde Gardner stesso ammise alla Valiente che i rituali insegnatigli dalla Vecchia Dorothy erano frammentari, e per renderli completi dovette aggiungere supplementi.

Alcuni ricercatori quali Isaac Bonewits individuano anche influenze derivate dal Rosacrocianesimo, dalla dottrina dell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata e altre religioni esoteriche del Novecento. L'idea della religione preistorica incentrata sulla figura della Dea Madre era inoltre diffusa negli ambienti accademici del periodo di Gardner (tra gli accademici si ricordi Erich Neumann o Margaret Murray) e ambienti amatoriali nei quali spiccò Robert Graves. Negli anni successivi accademici come Carl Gustav Jung e Marija Gimbutas, continuarono le ricerche riguardanti queste tematiche.

PUBBLICAZIONI
Pubblicò un autorevole testo contenente le sue ricerche sulle armi del Sud-Est asiatico e sulle pratiche magiche dei Dayak ed altre popolazioni primitive: Keris and other Malay Weapons (1936).
Pubblicò poi due romanzi che anticiparono in maniera narrativa alcuni degli argomenti trattati in seguito: A Goddess Arrives (1939) e High Magic's Aid (1949), seguiti dai suoi lavori più importanti: Witchcraft Today (1954, pubblicato in Italia come "Stregoneria oggi") e The Meaning of Witchcraft (1959).


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GIULIO CESARE ANDREA EVOLA (Julius Evola)
Roma 19 maggio 1898 – Roma 11 giugno 1974.
Nel 2014 ricorrono i 40 anni dalla sua morte.

Fu un filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano.

Giulio Cesare Andrea Evola nasce da Vincenzo e Concetta Frangipane, una nobile famiglia siciliana e cattolica di antiche origini spagnole.
 Il barone Giulio Cesare Andrea Evola, meglio conosciuto come Julius Evola (Roma, 19 maggio 1898 – Roma, 11 giugno 1974), è stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista italiano. Fu personalità poliedrica nel panorama culturale italiano del Novecento, in ragione dei suoi molteplici interessi: arte, filosofia, storia, politica, esoterismo, religione, costume, studi sulla razza.

Le sue posizioni si inquadrano, in parte, nell'ambito di una cultura e di tendenze ideologiche assimilabili o vicine a quelle del fascismo e ancor più del nazionalsocialismo, pur esprimendosi spesso in una critica in chiave tradizionalista nei confronti di alcune componenti dei due regimi.
Mussolini ne apprezza alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale. Da parte sua il filosofo nutre un'indubbia ammirazione nei confronti del "Duce".

Evola scrive numerosi saggi, collabora intensamente con riviste e giornali di grande tiratura e partecipa alla vita accademica del suo tempo in veste di conferenziere, sia presso alcune prestigiose università italiane e straniere che nell'ambito dei corsi di mistica fascista. C'è anche chi ritiene che in sede diplomatica Evola svolga missioni ad altissimi livelli per conto dello stesso governo italiano.
Nonostante ciò, le sue idee eterodosse non sempre sono ben accette dalla classe dirigente italiana del tempo e gli valgono la sospensione di alcune pubblicazioni da parte dello stesso PNF e in Germania il sospetto delle gerarchie naziste.

La complessità del suo pensiero gli procura, anche dopo la fine della guerra, un grande seguito negli ambienti conservatori italiani ed europei, da quelli più tradizionalisti del neofascismo fino a quelli rappresentati da esponenti della destra più moderata.

IL PENSIERO
La visione di Evola è caratterizzata da una critica radicale del mondo moderno.
Due sono le tendenze che occorre combattere: da una parte, la banalizzazione dei concetti del pensiero tradizionale, ormai travisati e impiegati fuori contesto;  dall’altra, l’abbassamento del livello spirituale dell’umanità, incapace di unirsi attorno a idee-forze di grande valore.
Le tre opere di maggior importanza per la tematica esoterica sono “La Tradizione Ermetica”, “Il Mistero del Graal” e la raccolta di contributi del “Introduzione alla Magia quale Scienza dell’Io”.
Nel primo testo, l’autore si propone di fornire al lettore gli strumenti fondamentali per interpretare i testi ermetici del passato.
Nel secondo, si presenta la leggendaria tradizione del Graal come la ricerca dell’uomo medievale di un centro spirituale al quale deve tendere l’iniziato. In particolare, l’autore rintraccia le radici pagane, e non cristiane, del mito.
L’obiettivo di Evola è presentato chiaramente nella sua autobiografia “Il Cammino del Cinabro”: egli sostiene che occorre “dimostrare la presenza, in seno al Medioevo europeo, di una vena di spiritualità rifacentesi appunto alla tradizione primordiale nel suo aspetto regale”.
Nella terza opera sono riportate numerose indicazioni per procedere alla necessaria trasformazione dell’iniziato in una persona in grado di accedere ala pratica magica, intesa in senso tradizionale.
La conoscenza che viene presentata non è di puro tipo intellettivo, ma sperimentale: l’uomo, per conoscere, deve fondersi con l’oggetto che intende conoscere, per averne un’immediata comprensione (l’Io si realizza e l’oggetto nell’Io). Il mondo spirituale può essere conosciuto, ma è necessario distinguere questa superiore conoscenza da quella inferiore, connessa alle forme magiche più diffuse (come lo spiritismo).
È anche possibile invocare l’intervento delle forze spirituali superiori che intervengono a sostegno del lavoro e dell’opera dell’iniziato.

Evola è sicuramente propugnatore del Tradizionalismo, un modello ideale e sovratemporale di società caratterizzato in senso spirituale, aristocratico e gerarchico. Secondo l'autore tale modello si riscontra, da un punto di vista storico, in civiltà quali quella egiziana, romana e indiana. Tali civiltà non si basano su criteri economici, materiali e biologici, ma sono suddivise e gestite in base a criteri di gerarchia sociale di carattere ereditario e spirituale.
Secondo Evola ogni azione che avviene durante la vita biologica (il divenire) rispecchia direttamente una medesima azione di carattere metafisico (l'essere) e dunque imperitura e sovratemporale.
Il tempo e l'involuzione dell'uomo

Molto interessante è la concezione di Evola sul “divenire dell’uomo”. Secondo Evola l'uomo ha la possibilità di elevarsi alla sfera divina e metafisica attraverso precise strade (il rito e l'iniziazione), utilizzando determinati strumenti (l'azione e la contemplazione) all'interno di contesti sociali predeterminati (la casta, l'impero). In aperto contrasto con le teorie di Sant'Agostino espresse nel “De Civitate Dei” ed in sintonia con i dettami del buddhismo delle origini, Evola sostiene che non esiste differenza quantitativa tra l'uomo e il dio. Per l'autore ogni uomo è un dio mortale e ogni dio un uomo immortale.
Naturale conseguenza di questo pensiero è che le differenze naturali tra gli esseri umani si rispecchiano anche nelle razze. Il filosofo rifiuta una visione razzista della vita in senso biologico, affermando la sua teoria del cosiddetto razzismo spirituale. La "razza interiore" di cui parla Evola è definita come un patrimonio di tendenze e attitudini che – a seconda delle influenze ambientali – giungono o meno a manifestarsi compiutamente. L'appartenenza ad una razza si individua dunque sulla base delle caratteristiche spirituali, e solo in seguito fisiche, diventandone col tempo queste ultime il segno visibile.

Nonostante l’accettazione del fascismo abbia in parte screditato le posizioni di Evola, egli rimane comunque un autore che è importante conoscere, grazie alla sua profonda comprensione del pensiero tradizionale.
Muore nella sua casa romana di corso Vittorio Emanuele l’11 giugno del 1974.
Pur costretto sulla sedia a rotelle, vuole morire in piedi: alcuni amici lo tengono eretto durante gli ultimi minuti della sua vita di fronte alla finestra della sua stanza che guarda il colle Gianicolo.


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DOREEN VALIENTE  DOMINY EDITH
Londra 4 gennaio 1922 – Brighton 1 settembre 1999.
Nel 2014 ricorrono i 15 anni dalla sua morte.

Fu iniziata col nome di Ameth, fu  una figura centrale della religione neopagana della Wicca, fu definita “la madre della moderna Stregoneria”. Fu occultista, scrittrice e poeta.

Doreen Valiente Dominy Edith, iniziata col nome di Ameth (Londra, 4 gennaio 1922 – Brighton, 1º settembre 1999), è stata una scrittrice, poetessa, sacerdotessa Wicca britannica.
Ricordata come una delle figura centrali della Wicca , Doreen Valiente è legate alla rinascita ed allo sviluppo di questa religione negli anni '50, '60 e '70, anzitutto come Grande Sacerdotessa della tradizione Gardneriana e poi come membro dell'Arte di Cochrane e della Coven di Atho. Fu iniziata da Gerald Gardner col nome di Ameth, fu una delle prime sacerdotesse dell'originaria Bricket Wood Coven.
Fu definita “la madre della moderna Stregoneria”.

Doreen Valiente compose moltissimi testi della Wicca, dal valore poetico e tra i quali vanno ricordati la Runa delle Streghe e l'Incarico della Dea, inseriti tra le altre cose nel primo Libro delle Ombre della Tradizione Gardneriana.
Nel suo cammino spirituale pubblicò cinque libri sulla Wicca e il suo contributo fu tale che venne definita come "La Madre della Moderna Stregoneria".
Recentemente nel 2013 la città di Brighton ha celebrato Doreen Valiente applicando una placca commemorativa sulla casa dove abitò fino alla sua morte.

Doreen Valiente nacque nel Sud di Londra da Harry Edith di confessione cristiana. Ben presto si trasferì a Horley nel Surrey dove, all'età di 13 anni, si convinse di possedere il dono della magia che utilizzò per proteggere la madre dalle angherie di un collega. I genitori dopo averlo scoperto, la spedirono a studiare in un convento, dal quale la ragazza fuggì due anni dopo con l'irremovibile intento di non ritornarci.

Nel 1941, mentre lavorava come segretaria a Barry, sposò Joanis Vlachopoulos, un ufficiale della Marina che partecipò alla Seconda guerra mondiale, e che durante una operazione bellica rimase disperso e probabilmente morto.
Nel 1944 Valiente contrasse un secondo matrimonio con Casimiro Valiente, un reduce della guerra civile spagnola in esilio, protagonista della battaglia di Narvik accanto alle forze francesi. La Valiente ebbe in seguito modo di lamentarsi per alcune ritorsioni razziste ricevute a causa di questo matrimonio.
In questo periodo cominciarono anche i suoi primi interessi verso il mondo dell'occulto a cui il marito non prese però parte. Particolare importanza ebbe per lei la lettura della biografia di Aleister Crowley scritta da John Symond ed intitolata la Grande Bestia.

L'INIZIAZIONE E L’INCONTRO CON GARDNER.
Dopo la guerra, Valiente si trasferì a Bournemouth. Qui lesse un articolo intitolato Witchcraft in Britain (Stregoneria in Gran Bretagna) nel periodico Illustrated scritto da Allen Andrews. L'articolo citava sia Cecil Williamson, a quel tempo proprietario del Museo del Folklore, della Magia e della Stregoneria dell'Isola di Man, sia la New Forest Coven o "Coven Meridionale delle Streghe Inglesi". Valiente scrisse immediatamente a Williamson per ricevere ulteriori informazioni, e lui a sua volta passò la lettera a Gerald Gardner.
Valiente e Gardner iniziarono una fitta corrispondenza che fu l'anticamera della sua ammissione alla Coven. Inizialmente Gardner rifiutò di incontrare la Valiente, ma nell'inverno 1952 decise di riceverla nella casa di una certa Dafo nei pressi della zona conosciuta come New Forest. La Valiente ebbe una impressione molto positiva di lui, fin dal primo incontro, comprendendo che non avrebbe perso tempo e che in quelle persone vi era qualcosa di diverso dalle sue precedenti esperienze.
Gardner, a conclusione dell'incontro le diede una copia del suo romanzo High Magic's Aid (Gli Aiuti dell'Alta Magia) per testare le sue opinioni sulla nudità rituale e la flagellazione, dinamica che ripeté con tutti i candidati successivi.
Nel Solstizio d'Estate del 1953, Gardner e Valiente si incontrarono nuovamente nella casa di Dafo, e lì Doreen ricevette la prima iniziazione. Successivamente i tre sostarono a Stonehenge  dove celebrarono un rito insieme ad alcuni membri di un ordine druidico. Per l'occasione Gardner portò con sé una spada dal Museo di Magia e Stregoneria dell'Isola di Man, che durante il rito venne conficcata dai druidi in una pietra antica. La Valiente rivelò al marito ed alla madre soltanto della sua visita a Stonehenge ma non dell'iniziazione, a proposito della quale essi non avrebbero approvato.

Come iniziata aderì dunque alla Bricket Wood Coven divenendone addirittura la Grande Sacerdotessa. Come tale ebbe accesso ai vari documenti gardneriani nei quali ebbe modo di notare un forte influsso dell'occultista Aleister Crowley (non molto stimato dalla Valiente) che contraddiceva ciò che Gardner aveva dichiarato, ovvero che il Libro delle Ombre era frutto di fonti antiche. Quest'ultimo motivò la scoperta dicendo che i documenti originali della New Forest Coven si erano rivelati frammentari, perciò per un'omogeneità di contenuti aveva dovuto aggiustarli con varie fonti. Con il permesso di Gardner, Valiente intraprese perciò una vera e propria rivisitazione del Libro delle Ombre tagliando gran parte dei contributi crowleyani ed ispirandosi ad altre fonti, come i Carmina Gadelica. Alcune parti furono completamente riscritte come l'Incarico della Dea, mentre altre furono il risultato della acuta vena poetica della "Madre della Wicca", ad esempio la Runa delle Streghe e parte della Rede Wiccan.
Come Grande Sacerdotessa iniziò inoltre parecchi uomini (secondo la regola gardneriana che le donne iniziano gli uomini e viceversa) tra cui Jack L. Bracelin nel 1956.

Ben presto Gardner cominciò a dedicarsi ad una intensa campagna pubblicitaria a favore della Wicca, così da ristabilire il nome dell'Arte, vittima di svariati luoghi comuni negativi, come l'accostamento al satanismo o a rituali cruenti; l'azione di Gardner però non ricevette l'approvazione né della Valiente, né di alcuni degli altri membri della Coven, che avrebbero preferito mantenere una certa segretezza e riservatezza. La Valiente si scontrò perciò con il suo antico maestro, additandolo come un egocentrico: "...è stato Gardner a compromettere la sicurezza del gruppo e la sincerità del suo insegnamento".

Nel 1957, Gardner rivelò le Leggi dell'Arte in risposta alla richiesta da parte della Valiente e dei membri dissidenti, di una regolamentazione che impedisse i contatti con la stampa. Queste Leggi - che limitavano anche le azioni della Grande Sacerdotessa, e che tra le altre cose doveva essere sostituita, una volta giunta alla menopausa - adirarono la Valiente che decise di staccarsi dalla Coven originaria fondandone una propria, con alcuni degli altri membri più anziani: "Ne abbiamo abbastanza del Vangelo secondo Gardner" replicò in questa occasione.

LA COVEN DELLA VALIENTE
Dopo la rottura con Gardner e la Bricket Wood Coven, Doreen fondò quindi un proprio gruppo, con a capo Ned Grove come Grande Sacerdote, seguendo sempre la Tradizione Gardneriana, priva tuttavia delle Leggi, considerate dalla Valiente una pura invenzione di Gardner.
Nei primi anni '60 seguì dei corsi indetti dalla Coven di Atho, presieduta da Raymond Howard ed in parte basati sugli insegnamenti di Charles Cardell. Nel 1963 ottenne il grado più basso ovvero di Sarsen. Da questa esperienza la Valiente ottenne parecchie informazioni - appuntate su un taccuino - che furono alla base della sua pratica successiva.

Nel 1964 sia la madre della Valiente che Gardner morirono. Nello stesso anno ad un raduno sulla Glastonbury Tor indetto dalla Confraternita degli Esseni incontrò Robert Cochrane col quale divenne amica e poi una dei membri della sua Coven - il Clan di Tubal Cain. Notò immediatamente alcune caratteristiche positive in Cochrane, come ad esempio la sua forte connessione con la Natura - più carente nella Bricket Wood Coven - la segretezza, che Gardner in un certo senso aveva infranto e l'uso di ritualizzare vestiti con tuniche scure.

Tuttavia la Valiente si accorse ben presto che anche Cochrane possedeva dei risvolti che la delusero, come il suo continuo e scandaloso adulterio con un membro della coven, il racconto di alcune menzogne e soprattutto l'accesa avversione contro i Gardneriani, alimentata con diverse pubblicazioni. Perciò nella cosiddetta "Notte dei Lunghi Coltelli dei Gardneriani" (così ribattezzata dalla stessa Valiente, in ricordo dell'epurazione nazista) la donna lasciò anche il Clan di Tubal Cain, dichiarando che ormai poteva procedere sul cammino da solitaria, dato che non le interessavano queste situazioni di continuo conflitto tra le varie tradizioni.
Di non secondaria importanza fu inoltre la disapprovazione da parte della Valiente di alcune "Pozioni delle Streghe", delle quali Cochrane faceva largo uso, ovvero infusi e tinture dagli effetti psicoattivi, ottenuti da erbe . Nel 1966 lasciò perciò il Clan e poco dopo lo stesso Cochrane trovò la morte proprio a causa di una delle sue pozioni (il gesto rimane oscuro, infatti non si sa si sia trattato di errore nel dosaggio o di un vero e proprio suicidio rituale, compiuto tra l'altro nel giorno della festività di Litha).

Prima della morte di Gardner, la Valiente riuscì inoltre a ricucire i rapporti con lui, tanto da difenderlo a spada tratta dalle varie accuse rivoltegli in seguito. Tra le altre cose la Valiente riuscì a dimostrare con un vero e proprio lavoro da detective e con grande successo, che la Vecchia Dorothy (l'iniziatrice di Gardner nell'originaria New Forest Coven) non era stata una sua invenzione, ma un personaggio realmente esistito; le sue ricerche la portarono infatti ad identificarla con Dorothy Clutterbuck. Nel 1980 perciò pubblicò le sue scoperte nel libro The Witches' Way di Stewart e Janet Farrar.

Scrisse cinque libri sulla Wicca dei quali tre sono progettati come insegnamento per i Solitari:
An ABC of Witchcraft (L'ABC per la Stregoneria), 1972.
Natural Magic (Magia Naturale), 1975.
Witchcraft for Tommorrow (Stregoneria per Domani), 1978.
The Rebirth of Witchcraft (La Rinascita della Stregoneria - Autobiografia), 1989.

Sul finire degli anni '90 il cancro al pancreas che aveva colpito la Valiente aggravò i suoi letali effetti, tanto da portarla alla morte, avvenuta il 1 settembre 1999 alle ore 6:55.

John Belham-Payne - che rimase al suo fianco con amore filiale - ereditò tutti i manufatti della Valiente compreso il suo Libro delle Ombre.


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